Quel fantastico novembre del 2010

E fu così che da quella data il sottoscritto non si è più fermato e ha iniziato a depositare atti con valore legale perlustrando, come sognava di fare ben sei anni prima, ogni meandro di quell’innovazione chiamata processo civile telematico.

Proprio dal quel mese di novembre del 2010 ho iniziato dunque ad analizzare luci ed ombre del processo civile telematico iniziando a raccontare insieme agli amici di Amadir (www.amadir.it) la mia esperienza in convegni organizzati in giro per l’Italia.

Il titolo dei convegni e delle slide è quasi sempre stato “Quando il processo è telematico”, titolo nato dalla voglia di circostanziare, una volta per tutte, il concetto di processo telematico.

Per molti infatti il processo telematico era semplicemente polisweb e, come avete potuto leggere nei post precedenti, per quelli come me, cresciuti nei Tribunali di serie B, il processo telematico si è limitato ad essere per tanti anni la semplice possibilità di accedere in modalità asincrona ai registri di cancelleria.

Il processo telematico però in una definizione liberamente tratta da Wikipedia è: “…parte integrante del piano di e-Government della giustizia civile italiana. Il PCT nasce quando l’Unione Europea minaccia sanzioni all’Italia per la lentezza dei processi. Lo scopo del processo civile telematico è di definire gli strumenti informatici, le regole e le procedure di diritto necessari ad informatizzare il processo civile…” (http://it.wikipedia.org/wiki/Processo_civile_telematico )

Personalmente mi sento di concordare con la definizione di wikipedia poiché lascia l’idea di quello che il processo telematico attualmente è, ovvero un grosso cantiere in continuo divenire di cui gradualmente vengono aperti dei pezzi.

Oggi, nei Tribunali più telematici d’Italia, il processo telematico è trasmettere ogni atto del processo per via telematica anche se, a parere di chi scrive si può e si dovrà fare molto di più.

Per citare alcune delle implementazioni attualmente mancanti vi è per esempio la possibilità di richiedere copie conformi direttamente in forma telematica pronte per essere notificate a mezzo PEC, mediante la facoltà concessa agli avvocati di notificare in proprio, oppure per essere inoltrate direttamente a mezzo PEC agli uffici UNEP che dovranno essere progressivamente informatizzati.

Una contestualizzazione del Processo Telematico ho provato poi a fornirla, insieme all’amico Paolo Della Costanza di Giuffrè informatica, nella guida pratica al processo telematico pubblicata nel mese di aprile 2013 nella collana officina del diritto edita da Giuffrè. (http://www.giuffre.it/it-IT/products/152050.html)

Tuttavia, in una materia così in divenire mi sono reso conto che, il lavoro di cui ho parlato nelle precedenti righe, può solo essere una base da cui partire per sviluppare ulteriori argomenti che ci consentiranno di servirci al meglio di questo grosso cantiere chiamato PCT raccontando oltre alle novità legislative e giurisprudenziali, le prassi e le storie dei vari tribunali d’Italia.

In ultimo prima di iniziare il nostro viaggio ringrazio l’amico Massimiliano Ponchio per avermi spinto a realizzare questo blog con la speranza ancora una volta che, quanti più colleghi possibili, possano usufruire presto del PCT, capendo una volta per tutte che per depositare un atto telematico non bisogna certo essere ingegneri informatici e che, i sacrifici svolti per imparare, ci risparmieranno code all’esterno delle cancellerie e fastidiose trasferte.

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