Milano e il digital divide del processo civile

…Milano infatti dopo aver sperimentato l’invio telematico dei ricorsi per decreto ingiuntivo diventa, nel dicembre del 2006, uno dei primi Tribunali d’Italia a gestire i procedimenti monitori per via telematica.

Nel giugno del 2009 invece viene avviato a valore legale l’invio dei biglietti di cancelleria dando completa applicazione all’art. 51 del D.L. 112/2008 del 25 giugno 2008 che sancisce che, negli uffici giudiziari indicati nei decreti emanati dalla DGSIA (Direzione Generale dei Sistemi Informativi Automatizzati presso il Ministero della Giustizia), le notificazioni e le comunicazioni di cui al primo comma dell’articolo 170 del codice di procedura civile, la notificazione di cui al primo comma dell’articolo 192 del codice di procedura civile e ogni altra comunicazione al consulente sono effettuate per via telematica stabilendo altresì che, il destinatario non dotato di indirizzo elettronico dovesse recarsi in cancelleria per il ritiro.

In pratica, quella che oggi è regola in ogni tribunale d’Italia, a Milano diventò regola sin dal giugno del 2009 con l’estrema felicità per chi, come me, poteva finalmente applicarsi in ciò che aveva sempre sognato e soprattutto mandare il più possibile avanti uno studio a Milano essendo presente sul posto il meno possibile.

Credevo infatti che, poter esercitare la propria professione senza muoversi, potesse essere il sogno di qualsiasi avvocato e, pur essendoci il rammarico di non poter sperimentare ciò che avevo sempre sognato nel Tribunale di casa, mi recai al punto informatico presso il Tribunale di Milano per chiedere informazioni su come iscriversi al punto di accesso e di quali strumenti dotarmi per potermi buttare nel magico mondo del processo civile telematico.

Con grande sorpresa scopro che il sistema telematico si basava, prima del passaggio alla PEC avvenuto nel dicembre del 2011, sulla CPECPT (casella di posta elettronica certificata per il processo telematico) e che il sistema è inaccessibile se il proprio consiglio dell’ordine ha omesso di comunicare al ministero della giustizia l’albo completo di codice fiscale.

Senza questo passaggio infatti risultava impossibile per i punti di accesso iscrivere l’avvocato e assegnarli la propria CPECPT, indispensabile per effettuare depositi e ricevere i propri biglietti di cancelleria.

Capitava dunque di vedere in giro per il Tribunale di Milano cartelli tipo quello che potete osservare in foto che, per chi come me aveva tanta voglia di utilizzarli questi strumenti, rendevano la situazione amara e beffarda.

PCTmilano

Di conseguenza proprio chi dal processo telematico doveva trarne i maggiori vantaggi si trovava in una situazione di vero e proprio “digital divided” che è rimasto tale sino al novembre del 2010, data in cui, grazie ad una sempre più pregnante diffusione del processo civile telematico nei tribunali italiani, gran parte degli ordini italiani hanno inviato al ministero gli albi corretti alimentando il REGINDE (Registro Generale degli Indirizzi Elettronici).

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